venerdì 18 maggio 2012

STORIA DI MOMO


di Michael Ende.

Vicino ad una città senza nome, vi sono i resti di un piccolo ed antico anfiteatro, simbolo in passato di arte e divertimento.
Qui vi trova rifugio una piccola bambina dalle misteriose origini ed i cittadini di questa innominata città, oltre a prendersene cura, trovano in lei alcune potenzialità fuori dal comune: fa sbocciare la fantasia dei suoi coetanei, è capace di riappacificare gli animi litigiosi, di far comprendere gli errori e trovare le soluzioni dei problemi.
E questo avviene solo tramite la sua capacità di ascoltare.
Tutto trascorre tranquillo per Momo ed i suoi amici, finché la città non viene invasa dai misteriosi Signori grigi, vestiti di scuro e dal volto cinereo, che mirano ad impadronirsi del tempo degli uomini, indispensabile per la loro sopravvivenza (ne fanno dei sigari che gli permettono di esistere, se un uomo grigio perde il suo sigaro svanisce nell'aria).
Per colpa loro, la vita della gente diventa più frenetica e vuota.

Momo, che è l'unica a non risentire dell'effetto di questi loschi personaggi, è la loro principale nemica.
Questi ultimi cercano di sbarazzarsi di lei offrendole dei giocattoli, ma lei non si fa ingannare e riesce persino a far parlare uno di questi antagonisti guardandolo negli occhi.
Con l'aiuto della tartaruga Cassiopea, riesce a raggiungere la dimora di Mastro Hora ed a escogitare insieme a lui un piano per combattere i Signori grigi e far tornare la normalità in città.
Quando i cattivi riescono a penetrare nel Vicolo di Mai, mettono in atto il piano: Mastro Hora ferma il tempo che distribuisce agli uomini e sulla mano di Momo appare un Orafiore che le dà a disposizione un'ora per poter sistemare le cose.
Notando che il tempo si è fermato, i Signori grigi corrono ad avvisare gli altri, ammassandosi tutti alla porta per poter uscire, iniziano a litigare per chi deve oltrepassare la porticina per primo, così, erano entrati in quattordici e ne escono in tre.

Momo li insegue con l'Orafiore in mano e la fedele Cassiopea sotto il braccio.
La città è completamente immobile a causa della mancanza di tempo, gli unici esseri animati sono la protagonista e i tre Signori grigi.
Uno di questi conduce inconsapevolmente Momo al loro nascondiglio, ossia una stanza sotto alle fondamenta di un terreno in costruzione, dove si trova anche la cassaforte con le Orafiore sottratte agli uomini.
La bambina deve chiudere la porta di questa cassaforte, per impedire che i signori grigi possano utilizzarle, per raggiungerla si infila sotto al tavolo dove stanno conversando gli ultimi sei uomini cinerei rimasti.

La chiusura, però, emette un tonfo che fa sussultare la piccola e viene così notata dai cattivi grigio vestiti, i quali cercano di acciuffarla.
Quattro si dissolvono nella rincorsa, rimangono in due, fino a quando uno toglie all'altro il sigaro di bocca. Ormai Momo non può più sfuggirgli, ma, mentre l'uomo pronuncia le parole per convincerla a consegnargli il prezioso fiore, gli cade il mozzicone e svanisce.

La bambina si reca allora alla porta della cassaforte, la riapre e le Orefiori vengono così liberate restituendo il tempo agli uomini, tutto quello che era stato loro sottratto da quegli individui. Momo torna a casa spinta dalla forza di quei meravigliosi fiori e può così riabbracciare tutti i suoi amici.

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